La tarda primavera di Rosa

Joe Lemke

Un giorno di primavera Rosa si svegliò con il cuore freddo, come se l’inverno non se ne fosse andato. Sebbene il desiderio l’avesse alto nel cielo, le voglie le aveva ancora intrappolate dentro dei guanti di lana. In guanti di lana e calzini grossi, per non aver paura di mollare, di lasciarsi andare, di lasciarsi andare nuda e scalza, se per caso il sole oggi le desse nel viso, se l’amore la spiazzasse dal letto e se finalmente le opportunità, tutte quelle che lei aspetta bussassero alla porta ed entrassero a prepararle un tè alla menta e al limone. 

Allora pensó di smetterla di pensare ai circoli perfetti che la rintanano nell’angolo, e a tutto ciò che rintana Rosa e decise allora di aggiungere piú zucchero al tè. A sostituire quell’ultima aria dopo il sospiro di gennaio per una grande risata, una di quelle che la spiazzasse e la sedesse ancora una volta sulla sua sedia. Che le faccesse il solletico nelle braccia, fino alle dita, che le provocasse un singhiozzo ben profondo e che la facesse piangere quando ci fosse da ridere . Una grande risata che la scuotesse durante tutto l’inverno quando è ancora aprile.

Traducción: Magdalena Facioni Stiles & Lúcio Burucúa


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